La procura smentisce, L’Espresso conferma. E’ caos in Sicilia

11200803_10207332456255370_1744702932102244471_nLa procura di Palermo ha smentito l’esistenza di una telefonata del tenore di quella raccontata da L’Espresso questa mattina. Lucia Borsellino “va fatta fuori. Come suo padre”, sarebbe stato il contenuto del dialogo avvenuto da un capo all’altro della cornetta tra il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, che dopo la polemica si è autosospeso nel primo pomeriggio pur ribadendo di non aver mai udito quella frase, e Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia, arrestato nei giorni scorsi per truffa, falso e peculato.

E’ un colpo di scena clamoroso. Dopo una valanga di comunicati di condanna e di solidarietà a Lucia Borsellino, gli inquirenti negano l’esistenza della telefonata. La procura di Palermo in un comunicato precisa che “agli atti di questo ufficio ed in particolare nell’ambito del procedimento nel quale è stata emessa ordinanza di arresti domiciliari nei confronti del Tutino non risulta trascritta alcuna telefonata tra il Tutino ed il Crocetta del tenore sopra indicato”. La procura aggiunge che “analogamente i carabinieri del Nas che hanno condotto le indagini nel suindicato procedimento, hanno escluso che una conversazione del suddetto tenore tra i predetti sia contenuta tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti del Tutino.

L’Espresso dal canto suo conferma la notizia. La conversazione intercettata tra Crocetta e il suo medico Tutino è negli atti secretati. “La conversazione intercettata tra il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e il primario Matteo Tutino – conferma L’Espresso – risale al 2013 e fa parte dei fascicoli secretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull’ospedale Villa Sofia di Palermo”.

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