‘RAGAZZE VINCENTI’: MA DOPO SETTANT’ANNI LO SPORT PROFESSIONISTICO IN ITALIA RIMANE UNA PREROGATIVA MASCHILE

Team photograph of the South Bend Blue Sox, 1949.

Nel 1992 usciva al cinema ‘Ragazze Vincenti’, pellicola con Geena Davis, Tom Hanks e Madonna, che narra la storia, vera, della nascita della prima squadra di baseball femminile durante la seconda guerra mondiale, nata per sostituire i campioni impegnati al fronte. Essendo sempre stata una sportiva, vidi il film con i miei amici e compagni di squadra e mi commossi molto: questa storia fatta di sogni, di fatica quotidiana, di emancipazione personale, di solidarietà femminile, di rispetto delle persone e di crescita morale di un’intera società narrata con leggerezza e intensità, mi coinvolse allora come oggi, che l’ho rivista (credo per la…esima volta!) insieme ad alcune classi di seconda media per un progetto, portato avanti da me e da alcune colleghe della Consulta dello sport del CONI.
Queste donne furono allontanate, inizialmente con molte perplessità, da quelle che erano le loro abituali mansioni – mogli, madri, sorelle o poco più- per divenire protagoniste di un campionato sportivo professionistico e costruire la loro vita anche al di fuori dei ruoli precostituiti. Naturalmente, nessuna di loro, al termine della guerra quando gli uomini tornati dal fronte vollero riappropriarsi dei loro ‘ruoli’ , era desiderosa di tornare indietro a fare quello che faceva prima. Nacque e si consolidò, così, l’idea di una ‘lega’ al femminile, che vinse stereotipi e pregiudizi e gettò le basi per un’emancipazione sempre crescente. Era il dopoguerra, e le Donne erano solidali fra loro, per essere sempre meno ‘costola’ e sempre più Persone.

Sono passati più di settant’anni: pensate che ancora adesso, il CONI attua discriminazioni in campo sportivo fra uomini e  donne, negando a quest’ultime in molte discipline lo standard del ‘professionismo’.
La strada, a quanto pare, è ancora lunga.

 

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