La caffetteria gestita da donne sfregiate con l’acido

C’è per tutti noi la possibilità di un grande cambiamento nella vita che equivale più o meno a una seconda possibilità di nascere.

Provare a ricominciare a sorridere. E a vivere. È questa la speranza che accomuna tutte le donne indiane sfregiate dall’acido che lavorano presso il Cafe Sheroses’ Hangout, ad Agra, nel nord dell’India. Il locale è una grande occasione di reinserimento nella società per le donne vittime di una violenza macabra che ha portato via serenità e sogni e garantisce loro anche un’indipendenza economica.

Mostrare in pubblico il volto sfregiato è la sofferenza psicologica più dura da sopportare, dopo quella fisica derivata dal bruciore che l’acido provoca sulla pelle. Il progetto è stato infatti pensato per infondere nelle donne la fiducia necessaria per non vergognarsi a mostrare in pubblico il loro volto. La ventenne Ritu Saini, che lavora nel locale, è stata sfregiata con l’acido da uno dei suoi cugini, perché lo aveva rifiutato. Sebbene si sia sottoposta a dieci interventi chirurgici, Ritu ha perso l’occhio sinistro. “Prima di lavorare qui tenevo sempre coperto il mio viso”, racconta la donna al The Wall Street Journal.

Ora invece Ritu gira a volto scoperto ed è un esempio da seguire per le altre, tutte quelle altre donne che credevano di avere terminato le chance. E invece, possono tornare a sorridere. E vivere. Più forte di prima.

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