Asili multietnici, il pregiudizio si combatte dall’infanzia

bambini_stranieriL’asilo è il primo luogo di formazione per un bambino; il primo luogo dove entra in contatto diretto e continuo con altri bambini e, magari, dove si creano anche le prime amicizie che dureranno nel tempo. Tutto ciò avviene anche grazie l’aiuto di operatori, volontari e maestre che dedicano il proprio tempo per creare il futuro dei nostri bambini, specialmente nel nostro Paese. Perché sì, i bambini sono il futuro, sono le future generazioni che dovranno affrontare un mondo nuovo, completamente diverso da quello che conosciamo noi oggi.

Ancor più difficile è il compito degli operatori che lavorano in asili o ludoteche in quartieri popolari, numerosi nella nostra città, in quanto il primo compito non è quello di prepararli al futuro, ma quello di lavorare sul presente, ripartendo da zero dato che molti bambini vivono in un background culturale poco stimolante o in situazioni di disagio economico.

Ciò avviene, per esempio, negli asili della nostra città, come il Centro Internazionale delle Culture Ubuntu, il Centro Santa Chiara, il Giardino di Madre Teresa e La Casa di Tutte le Genti, situati nel quartiere della Cala, Ballarò e Zisa.

Vengono definiti asili multi etnici, ma rappresentano la seconda casa non solo dei bambini, ma delle loro famiglie. Sono luoghi di incontro di diversi lingue ed etnie che, entrando in contatto tra loro, danno vita ad un gioco di colori che si trasforma in armonia, allegria e interculturalità, oltre a ricchezza culturale.

Ogni giorno questi asili accolgo circa 50 bambini migranti e autoctoni; all’interno possono usufruire di servizi come la mensa, il doposcuola, laboratori creativi, giochi ludici e tanto altro, tutto in uno spazio confortevole dove vince la legalità e civiltà che ‘influenzano’ i cittadini di domani, quali i bambini.

Gli operatori hanno pensato anche alle mamme, mettendo a disposizione anche un servizio sanitario e uno sportello d’ascolto. Negli ultimi tempi sono aumentate le iscrizioni di bambini autoctoni: il bambino palermitano che entra in contatto diretto con un bambino migrante. Ciò rompe le barriere, annulla il razzismo, creando un legame fraterno.

Ma non si sa quanta vita avrà tutto questo. Gli asili multietnici stanno attraversando un forte momento di crisi, che molte volte impedisce loro di svolgere le proprie funzioni principali. Sono asili che vivono grazie alle donazioni di molte persone che vedono la ricchezza culturale in queste strutture. Ma ciò non basta.

Sarà pur vero che il denaro non fa la felicità, ma per rendere felice un bambino basta anche solo un biscotto, che senza il denaro non può essere acquistato. I volontari e gli operatori di questi centri gridano aiuto, non solo ai privati, ma anche ai pubblici, a tutte quelle istituzioni che possono avere il potere di salvare queste strutture e continuare a fare sorridere i bambini che ne fanno parte, perché loro sono il futuro.

A cura di Serena Governali

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