Violenza sessuale davanti alla classe

20150213_molestie1Messaggi imbarazzanti nel cuore della notte che terminavano con un ‘buonanotte fiorellino’, sguardi ammiccanti nelle scollature delle studentesse, domande sulle taglie dei loro reggiseni, esplicita richiesta di sesso a una di loro con un messaggio inviatole su Facebook.

All’udienza al tribunale di Pistoia contro l’insegnante 56enne di un istituto tecnico finito sotto processo per violenza sessuale nei confronti di una sua studentessa, il principale protagonista è stato lo storico vicepreside della scuola che, tra le altre cose, ha raccontato di aver saputo di insistenti offerte di passaggi in auto alle ragazze.

Gli episodi contestati dall’accusa sarebbero avvenuti nell’anno scolastico 2011-2012. Tra questi, un presunto palpeggiamento avvenuto durante un compito in classe. Le molestie sarebbero poi continuate anche in rete.

“Ricordo bene il giorno in cui la ragazza venne nel mio ufficio per parlarmi – ha raccontato il vicepreside – Mi riferì di essere stata contattata su internet dal professore, che le aveva detto esplicitamente di voler fare l’amore con lei. Inoltre mi raccontò che, durante un compito in classe il docente aveva allungato le mani, palpeggiandola. Io rimasi senza parole. Le chiesi se avesse informato la madre, visto che, all’epoca, era minorenne, e poi le dissi che bisognava organizzare un incontro con il preside e che era necessario mettere per iscritto quanto era accaduto”.

Questo, secondo quanto ha riferito dal vice preside, avvenne il 15 febbraio 2012. Dopo che la ragazza presentò l’esposto il dirigente scolastico avviò un’indagine. Da quel momento il vicepreside ricevette altre lamentele: alcune insegnanti gli raccontarono che il professore era solito offrire passaggi a casa alle studentesse dopo le cene scolastiche e che, in una di queste occasioni, una ragazza avrebbe riferito di essere stata oggetto di avances da parte del docente.

Il tribunale si è riservato la decisione e intanto ha fissato la prossima udienza per il 17 settembre, quando a comparire in aula sarà lo stesso professore sotto accusa.

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