L’odore della puzza

“In queste torride serate estive, sedersi sul terrazzo di casa nella borgata di Vergine Maria, era praticamente una mission impossible“. E’ quanto scrive Adriana Saieva come incipit dell’album pubblicato sul social, mezzo fondamentale, ormai, per denunciare lo stato in cui versa la propria città sperando che, prima o poi, qualcuno faccia qualcosa. Già, qualcosa. “Direte impossibile a causa del caldo o dell’umidità o dei rumori o di tutto questo insieme? – prosegue – no, a causa di un insopportabile fetore proveniente dalla fila dei cassonetti giù nella piazza Bordonaro. Un fetore nauseabondo. E alla richiesta di lavaggio dei cassonetti a chi di competenza, la pronta risposta è spiazzante: non ci sono i mezzi per effettuare la pulizia dei cassonetti. E per effettuare la pulizia del suolo sotto i cassonetti dove da decenni ristagnano, si asciugano, si riformano, ristagnano e si riasciugano ed evaporano a puro diletto delle nostre narici ettolitri di percolato i mezzi ci sono? Sicuramente non ci sono per questa borgata”.

E i cittadini che fanno? “Molti discaricano nei cassonetti di tutto e di più, dai mobili alle scarpe vecchie e naturalmente vetri, cartoni e plastica nell’indifferenziata perché è troppo faticoso gettare queste cose nei cassonetti appositi. E ora è l’ora di un grande e scoppiettante”.

Ma, dicevamo, la speranza è l’ultima a morire e così dove non arriva, o non vuole arrivare, la politica, l’amministrazione, qualcuno si ribella e decide di fare da sé. “Non tutti sono disposti a subire l’inciviltà di molti e l’arretratezza delle agenzie preposte – scrive ancora Adriana – su iniziativa del Bar Mistral e del panificio adiacente è stata organizzata una serale raccolta della munnizza sparsa e pulizia con disinfettante del suolo. Tra i volontari alcuni non abitano nemmeno nelle immediate vicinanze. Il frastuono degli assenti è stato quasi fastidioso perché sì, c’eravamo un piccolo gruppo di armati di buona volontà, pale e rastrelli, secchi e scope vecchie, ma c’era una folla di assenti e questo mi è dispiaciuto perché lamentarsi serve veramente a poco. Rimboccarsi le maniche, pungolare le istituzioni assenti e dare il buono esempio ti regala una serata sul tuo terrazzo a sorseggiare buon vino assaporando le fragranze del mare”.

La conclusione, forse più dolce, è una frase di M.L King: “Non temo la sporcizia degli sporchi, ma l’indifferenza degli indifferenti”.

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