Italia: un Paese diviso tra precariato e disoccupazione

disoccupazioneL’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Così, recita l’articolo 1 della Costituzione Italiana.

Oggi, la questione lavoro sta irrimediabilmente cambiando l’assetto socio-strutturale dell’intero sistema globale. Il nostro Paese è sempre più diviso tra precariato e disoccupazione, in particolare giovanile. Le cifre sono allarmanti, soprattutto in alcuni territori come il Sud-Italia.

Gli ultimi dati certificano che i precari in Italia sono 3.315.580 ed, in Sicilia raggiungono la soglia del 20%. Alcuni dei mutamenti in seno al contesto lavorativo sono avvenuti a partire dagli anni Novanta, modificandone sostanzialmente la dimensione contrattuale. Sempre meno la certezza del posto a tempo indeterminato; il lavoro viene coinvolto in assetti di imprevedibilità, con relativa discontinuità del reddito.

Anche l’utilizzo di nuove tecnologie ha dato una nuova veste; il luogo di lavoro non è più collocabile dove avviene la produzione fisica, molto spesso coincide con l’abitazione stessa. La cosiddetta, domestication. Altro tratto importante è la femminilizzazione del mercato del lavoro. Da un lato è avvenuto un incremento della presenza femminile, dovuto ad esigenze economiche; dall’altro, la nascita e lo sviluppo di mestieri inerenti la comunicazione e dinamiche relazionali, qualità maggiormente rispondenti alle donne. Tutto ciò, conduce ad uno stato di anomia. Senza certezze e, probabilmente con un crescere di disvalori.

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