Cina, riconosciuto il diritto alla verginità

giustiziaUna donna cinese ha citato in giudizio il suo ex fidanzato perché le avrebbe “rubato” la sua verginità e ha ottenuto un risarcimento di 5.000 dollari da un tribunale cinese.

L’uomo l’avrebbe corteggiata fingendosi single, nonostante fosse già sposato. La corte ha riconosciuto che il diritto alla verginità dovrebbe essere protetto dalla legge come un diritto morale, legato alla “libertà, sicurezza e purezza sessuali”. Cina, donna cita l’ex per averle rubato la verginità, tribunale le dà ragione.Una love story finita male.

La donna, che risponde al cognome Chen, e il marito farfallone, il cui cognome è Li, si sono conosciuti online nel 2009 ma hanno iniziato a frequentarsi soltanto nel 2013, dopo un viaggio a Singapore dove avrebbero consumato la relazione. Li aveva finto di essere single e aveva promesso a Chen che l’avrebbe sposata.

Ma, poco tempo dopo il rapporto sessuale, l’uomo ha interrotto i rapporti con la donna, che si è presentata a casa sua per un chiarimento, trovandolo in compagnia della moglie. La sentenza – Chen ha portato Li davanti al tribunale di Pudong, accusandolo di aver violato il suo diritto alla verginità e alla salute.

La richiesta iniziale di risarcimento, pari a circa 81.000 dollari per danni psicologici e 250 per le spese mediche, è stata giudicata eccessiva dalla corte, che però ha riconosciuto la necessità di proteggere il diritto alla verginità. “Violare il diritto alla verginità potrebbe danneggiare il corpo, la salute, la libertà e la reputazione di una persona, la quale perciò dovrebbe essere compensata”, ha sentenziato la corte, anche se non ha chiarito come è stata stabilita la cifra del risarcimento. Un portavoce del tribunale di Pudong ha confermato la vicenda e il giudizio e ha rivelato che l’accusato farà ricorso in appello.

L’imputato non era presente, ma tramite il suo legale ha negato di aver avuto rapporti sessuali con la donna.

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