Pena di morte, gli ultimi dati di Amnesty International
Secondo gli ultimi dati di Amnesty International, aggiornati a marzo 2014, esistono al mondo ancora molti Paesi in cui è in vigore la pena di morte. Escludendo l’omicidio, i reati più comunemente puniti con la pena di morte sono quelli legati al traffico di droga.
Vi sono tuttavia paesi, come la Corea del Nord, dove la pena capitale è prevista anche per crimini più insoliti come il cannibalismo, la pornografia e l’attività sovversiva contro il Partito dei Lavoratori.
Tra i paesi che hanno punito con l’esecuzione capitale persone che al momento del crimine erano minorenni, ci sono sicuramente l’Arabia Saudita e l’Iran. 98 paesi hanno abolito la pena di morte per ogni reato.
La Nazione in cui sono state eseguite più condanne è la Cina, dove il numero delle esecuzioni è coperto dal segreto di Stato.
Tra gli Stati che nel 2013 sono tornati ad adottare la pena capitale dopo un periodo in cui l’avevano abbandonata ci sono Nigeria, Kuwait, Vietnam ed Indonesia; ancora di più gli Stati che hanno cercato di occultare le esecuzioni alla comunità internazionale, realizzandole in gran segreto.
Tra questi, l’India. In Europa e Asia centrale solo la Bielorussia continua ad includerla nel proprio ordinamento, ma nell’ultimo anno non ci sono state esecuzioni.
In tutto il mondo sono 98 gli Stati ad aver abolito del tutto la pena di morte: dal 1994 sono quindici i paesi che l’hanno abolita, con una decrescita pressoché costante. Tra i metodi più comuni, impiccagione, iniezione letale, sedia elettrica e decapitazione.
Sette Paesi l’hanno abolita salvo che per reati eccezionali, come quelli commessi in tempo di guerra. 35 paesi sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte.