Marco Damilano presenta ‘La Repubblica del Selfie’, a Palermo occasione per parlare di Civiltà e Cultura

DamilanoSELFIEesec.indd«C’è stata la repubblica della rappresentanza. Poi è arrivata la repubblica fondata sulla rappresentazione. Quella che sta nascendo è la repubblica dell’autorappresentazione. Una selfie-repubblica». Marco Damilano, giornalista, inviato di politica interna e – da pochi giorni – vicedirettore de L’Espresso racconta una storia lunga quarant’anni nel suo ultimo libro, “La Repubblica del Selfie”, che venerdì 18 settembre sarà presentato a Palermo nella splendida cornice di Villa Malfitano, nel corso di un evento organizzato dall’Associazione Fiori di Acciaio e dall’Inner Wheel Club Palermo Normanna. L’appuntamento è per le 18.30 in via Dante 167.

Come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto? Sembra essere la domanda che si è posto Damilano quando ha iniziato ad analizzare la situazione politica e sociale dell’Italia contemporanea, che è l’argomento principale de “La Repubblica del selfie” (Rizzoli, 2015). E per trovare le risposte è partito dalle origini, da quando la nostra Italia repubblicana è nata, apparentemente risorta dalle ceneri devastanti di una guerra e di una monarchia che si è cercato di scacciare e tenere lontane il più possibile dal ‘Nuovo Stato’. Damilano riprende e ripercorre la storia delle ‘origini politiche’ dell’ex sindaco di Firenze, dei suoi amici, collaboratori, dei presunti finanziatori e presumibili recruiter. Passaggi importanti, determinanti per analizzare ciò che è stato e soprattutto ciò che sarà, tappe fondamentali della sua ascesa politica che sembrano non interessare alcuno dei suoi fan o follower immancabilmente pronti a ritwittare ogni cinguettio del selfie-made-man nazionale, come lo ha definito il giornalista Marco Travaglio scrivendo la prefazione a “L’Intoccabile. Matteo Renzi. La vera storia di Davide Vecchi” (Chiarelettere, 2014). Tra gli ultimi libri di Damilano meritano menzione, tra l’alto, “Eutanasia di un potere” (2012) e “Chi ha sbagliato più forte” (2013).

Il libro regala al lettore uno spaccato che invita molto alla riflessione e perché no all’autocritica, come italiani ma soprattutto come elettori e, nella «Repubblica di Renzi», anche come follower. L’autore non manca di ricordare che alle scorse elezioni europee il partito democratico ha superato il 40% e ottenuto un consenso che neanche Berlusconi aveva raggiunto, eguagliando la popolarità dei tempi d’oro della Democrazia cristiana.

E così venerdì sarà un momento di approfondito dibattito e un’occasione, certamente proficua, per parlare di Civiltà e di Cultura, due parole chiave per le quali Fiori di Acciaio si batte strenuamente, con forza e convinzione, perché siamo convinti che siano indispensabili in quanto “mattoni” su cui costruire la civiltà del futuro. E siamo anche certi che l’occasione costituirà una importante opportunità per la città di Palermo che si troverà ad accogliere il vicedirettore de L’Espresso, nonché finalista del Premio Estense del Giornalismo 2015. Ecco che, in nome della Cultura, Fiori di Acciaio ha deciso di svolgere, con impegno costante e quotidiano, specifiche attività culturali e di promozione sociale, in grado di coinvolgere l’intera collettività. E allora non pensateci neppure un attimo, venite a trovarci venerdì pomeriggio, venite a respirare un po’ di sana critica e parole disposte insieme nel modo giusto: quelle di un uomo che osserva e che, poi, con calma e dovizia di particolari si trova a raccontare, riempiendo una pagina bianca con frasi forti, sentite, per spiegare a chi vive in questo mondo perennemente in corsa cosa sta accadendo davvero sotto i nostri occhi, cosa spesso non riusciamo a vedere da soli!

Vi aspettiamo numerosi.

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